Se lo diciamo Noi è vero

Non servirebbe commentare molto a proposito di quanto abbiamo visto negli ultimi anni con la PanDemenza covidiana, eppure…

Abbiamo visto speculare sulla confusione tra positività ad un test (affatto specifico) e la malattia:
è ormai usuale parlare di tamponi covid quando il tampone non rileva la malattia ma casomai la positività al suo agente patogeno che, nella stragrande maggioranza dei casi, è senza gravi conseguenze (scusate se è poco!)

Abbiamo sentito propagandare certezze di salvezza grazie ad un vaccino quando non ve ne erano:
Pfizer stessa ammise in audizione al Parlamento Europeo (per bocca della Mrs. Small) che NON avevano testato il vaccino in merito alla sua capacità di bloccare la trasmissione del virus, unica cosa che era richiesta per poter “sostenere” la narrazione nazivaccinale, (vedi anche qui)

Abbiamo letto che il Meccanismo di conferimento della protezione dalla malattia (unica cosa rimasta a sostenere, almeno da un punto di vista personale, l’opportunità della vaccinazione) era SCONOSCIUTO ai produttori stessi: il documento di “approvazione” del vax Pfizer (pag 15) lo dichiara espressamente.

Inoltre i maggiori esperti di trials clinici (come il Prof Peter Doshi) avevano già osservato che il vaccino NON era testato per sapere se avesse un effetto sulla riduzione dei sintomi , ma solo della positività al tampone (ovvero cade anche l’ultima motivazione per vaccinarsi a titolo meramente individuale).

Senza contare che abbiamo avuto incrementi di mortalità generale (soprattutto nei giovani che è assodato non rischiano invece nulla dalla malattia) e quantità di reazioni avverse in misura mai avute prima

Insomma, non si salva nulla.

Eppure, sappiamo da ogni fonte di informazione “ufficiale” , che ci sono certezze granitiche e che va tutto bene.

In realtà non vengono fatti studi indipendenti mentre ci si basa solo su dati forniti da chi produce (e guadagna) dalla vendita dei farmaci (ed eventualmente dai rimendi per curare gli eventi avversi) perché LaScienzah” ha gia le risposte e non occorre indagare oltre:
Chi cerca spiegazioni, anche di fronte a domande senza risposta, è solo animato da un “oscuro interesse” di avere like su social ed è uno stregone che va bruciato nelle fiamme dell’inferno, mentre i Big dell’industria sono votati al bene dell’umanità. Come fate a non capirlo, maledetti complottisti!

L’unica Sceinzah ammessa è quella che si legge nei fogli informativi dei venditori di farmaci e non occorre indagare oltre
Benvenuti nel nuovo Medioevo Scientistah

Qualche contributo da ascoltare:
Video testimonianza Dr.Giuseppe Barbaro;
Video testimonianza Dr. Agostino Ciucci;
Video testimonianza Dr. Vanni Frajese;
Video testimonianza Prof. Marco Cosentino;
Video testimonianza Prof. Paolo Bellavite;

Lo prendi più leggero

Nel periodo della Fede ne LaScienzah, abbiamo assistito ad un plateale “sindrome di Stoccolma.


I contagi (e morti) del 2022 evidenziano che questa Vaccinazione di massa non funziona (era anche illogica data la scarsa letalità della malattia e la sua curabilità domiciliare, salvo rari casi), eppure ci si ostina a sostenere che, pur non evitando “Il contagio” (ovvero la positività ad un tampone mai validato senza valenza diagnostica), ne la malattia (e manco la Morte) con una efficacia negativa, sia però capace di farti “prender il covid più leggero

“Fuori le prove!” aggiungerei

Ricordiamo che fu detto, dall’agghiacciante Presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa:


Non ti vaccini , ti ammali, Muori o fai morire


Sono arrivati a discriminare i non vaccinati come nemmeno le Leggi Razziali del “Ventennio” fecero (chi dice il contrario semplicemente non era tra quelli discriminati e quidni non si è nemmeno reso conto di aver rivissuto ed avallato la storia solo perche sono stati cambiati i “nomi” delle cose!).
Il tutto in nome di un “presunto” bene collettivo assolutamente fuori tema: nessuno dei prodotti sperimentali, spacciati per vaccini grazie ad un artificio semantico, era, ed é, in grado di fare quel che si prefiggeva la misura vaccinale, ovvero fermare il contagio e proteggere “la comunità” dalla malattia.


Ormai è di domino pubblico (anche se in TV si continua a vendere l’utilità sociale del vaccino) che il vaccino non ferma il contagio (abbiamo più contagiati e Morti ora con i vaccini “urbi et orbi” che nel 2020 con una malattia “forse” sconosciuta…)

Si è ricorso al “timore della morte”: è L’UNICA cosa su cui hanno puntato.
Sacrificare la “Vita” (intesa come relazione) in cambio di una sopravvivenza biologica.
Su questa paura hanno costruito l’amuleto “vaccino” e chi non lo ha desiderato per salvarsi è stato obbligato per salvaguardare gli altri.
Peccato che era comunque una “Invenzione” pubblicitaria, ma spacciata come Scienzah!

Ma anche di fronte alla schiacciate prova che il vaccino (soprattutto a dosi ripetute e ravvicinate) PEGGIORA le cose, si continua a sostenere che consente una malattia più lieve.
La presunta “malattia più lieve” (indimostrata) è un poi il cavallo di battaglia dei nazi-vaccinisti, da sempre: quando il vaccino fallisce si sostiene che senza sarebbe stato peggio.

In realtà, c’e UN SOLO MODO per verificare che un farmaco ha avuto effetto:
Confrontare il risultato con un gruppo di controllo.

Peccato che con i vaccini covid questo gruppo non esiste (lo abbiamo gia detto più volte) per cui non c’è modo di asserire (senza ricorrere alla FEDE) che la vaccinazione contro il Covid consenta di avere manifestazioni più lievi della malattia.

Andatelo a dire a tutti quelli che sono MORTI di covid tri vaccinati

Fallacia logica del casco da moto

Una misura di tutela del singolo (che lo protegge dalle conseguenze) non puoi spacciarla per qualcosa di utile agli altri;
se lo fai forse hai un altro scopo;
se lo imponi sicuro ti interessa altro

Spessissimo dagli schermi della TiVu, ma anche da quelli degli smartphone attraverso i seguitissimi profili social dei vari influencer “pandemisti”, ascoltiamo esempi che fanno presa sulle persone per indurle a dar credito ad una affermazione (ovviamente in questo periodo di fine estate 2021, in Italia, si sta spingendo sulla vaxxinazione tramite strumenti di vessazione e di ricatto mai visti in precedenza, nemmeno in regimi totalitari del secolo scorso).

Il più delle volte, però, questi esempi non hanno alcuna attinenza con il concetto che vogliono avallare, tranne l’accostamento semantico (come dire sono bello perche il gelato è dolce: sono due concetti che si rafforzano solo grazie ad un “perché” messo tra le due affermazioni, ma non c’è alcuna attinenza tra le due cose)

Abbiamo sentito paragoni assurdi per legittimare le “vaniccia-zoini”, dalla patente, al semaforo, alla cintura di sicurezza, al casco da moto …

Alcune di queste meritano una vignetta celebrativa


Oggi tocca a:
il Casco della moto protegge certamente i motociclisti, senza danneggiarli; non indossarlo è una misura che mette a repentaglio la sicurezza dell’individuo ed è giusto obbligare i motociclisti a tutelarsi anche per non incorrere in traumi prevenibili che graverebbero sulla sanità“.
Questa cosa viene usata per dimostrare la validità dell’imposizione delle vassinassioni contro il pandemonio: lo stato deve tutelare tutti e quindi ti impongo di non fare del male a te ed agli altri

Questo paragone avrebbe senso se avessimo qualcosa di estremamente pericoloso (come un trauma cranico da caduta in moto e per analogia una malattia letale come il Vaiolo, la Poliomelite, la MERS, al limite la SARS1), prevenibile con certezza da un presidio che non interferisce con l’organismo (o lo fa in modo irrisorio rispetto al danno da cui tutela), appunto come un casco omologato (non basta un cocomero in testa infatti)

L’esempio ha un suo senso, anche rapportato a questioni di sanità pubblica, quando abbiamo a che fare con malattie gravissime non arginabili diversamente; diventa ridicolo se abbinato a qualcosa di scarsamente pericoloso per le persone “sane” e “giovani”, (come il coviddi che secondo i dati dell’OMS è paragonabile all’influenza) da proteggere con qualcosa che tutela solo l’individuo e non gli altri (come il casco appunto, infatti che siamo di fronte a prodotti contro la malattia e non contro l’infezione) quando sarebbe al limite ragionevole usarlo su anziani e persone di salute gia compromessa che (come i motociclisti) rischiano dal contrarre questa malattia (comunque , e per fortuna, in una % contenuta di casi).
L’incidenza delle reazioni avverse ai trattamenti sanitari di cui si parla sballa del tutto l’esempio, in quanto nessun casco da moto danneggia il motociclista.

Dunque:
il Casco da moto ha una fallacia logica doppia:
1- non protegge la comunità, al massimo l’incidenza sulla sanità pubblica, come qualunque farmaco del resto; ma allora con la stessa ratio anche l’uso di un antibiotico potrebbe diventare obbligatorio, o un intervento chirurgico o uno screening: insomma il libero arbitrio di scegliere come gestire il proprio corpo verrebbe a cadere.
2- non interferisce con l’individuo, al massimo genera fastidio temporaneo e reversibile, ovvero si può levarlo o usarlo solo in caso di necessità, cosa non sostenibile con i farmaci ed in particolare con le vassinassioni.

In entrambi i casi non possiamo accostarlo all’anti-coviddix, perché:
1- i trattamenti attuali tutelano (per progetto) l’individuo dalla malattia (il resto sono speculazioni di marketing) e non la sua diffusione (non proteggono dall’infezione)
2- i trattamenti sono irreversibili e gli effetti sull’individuo sono NON trascurabili (ognuno dovrebbe poter scegliere, riguardando solo se stesso, se rischiare o meno una reazione)

Non si nega la validità della “vazzinazione” come strumento di prevenzione in se, ma il fatto che, nel caso specifico del coviddi, si voglia imporre una misura di protezione dell’individuo dalle conseguenze gravi, sfruttando il ricatto morale che serve a tutelare gli altri (cosa che sarebbe vera se proteggesse dal contagio, e le evidenze dimostrano che non è così) con l’aggravante di volerla imporre non solo a chi ne ha bisogno (persone a rischio di complicanze gravi) ma anche chi non ha nulla da temere (e forse rischia più nel prevenire che nel curare)

Quando si vuole impone un trattamento che protegge individualmente con la scusa di proteggere gli altri probabilmente lo scopo non è la tutela della salute: