Il bello del covis

… ovvero aver incontrato Amici e Fratelli che non sapevo di avere, ed anche qualche SuperEroe !

“io sono Amico di un Super Eroe!”

Questo periodo oscuro (dal mio punto di vista non meno tragico e disumano di quanto visto all’inizio del secolo scorso, seppur “apparentemente” meno cruento) in cui ho potuto toccare con mano quanto gli uomini si sono resi COMPLICI di nefandezze disumane, con la spocchia di sentirsi anche nel giusto (vedi articolo La nuova scienza ed in particolare i dettagli sulla vicenda accaduta a mio padre), ho avuto in cambio il dono di conoscere persone, anzi Anime, cosi belle e vicine da renderlo uno dei periodi migliori della mia vita!

E’ paradossale vero?

Eppure, considerando io la vita come un viaggio in cui si debbono imparare cose che serviranno “dopo”, o parafrasando “la nostra occasione per instaurare relazioni costruttive“, ho avuto modo di trovare, nel buio della discriminazione e del maltrattamento subdolo e tagliente della pandemia, delle luci cosi fulgide e splendenti da render assolutamente appropriato lo sforzo fatto nel sopportare e vivere tutto questo.

Ho ritrovato parenti, e vecchi Amici, che ho sentito un tutt’uno con me: risuonare insieme nel consolarci a vicenda, nell’aiutarci disinteressatamente nei momenti in cui hanno tentato di toglierci la dignità di persone che (nel giusto o nell’errore non è la sede in cui voglio discutere di questo) hanno fatto una scelta differente dalla massa (chi non ha vissuto la discriminazione del GreenPass, e la perdita di diritti e lavoro, semplicemente non può capire perchè stava solo dalla parte sbagliata e per questo non ha visto l’orrore).

Ma la cosa più incredibile è stata trovare dei Fratelli veri in persone che fino a poco fa erano degli sconosciuti e senza le follie socio-politiche del covid sarebbero restati tali:
La sofferenza quindi è divenuta opportunità, dono per cui dire “Grazie”!

Tra i tantissimi voglio ricordarne uno che incarna perfettamente tutto questo: il Dr. Giuseppe!

Era un Martedì di maggio (2022).
Io e mio fratello stavamo aspettando di esser ricevuti da un Medico a cui mi avevano suggerito di rivolgermi per avere aiuto per quel stavamo vivendo con mio padre ricoverato per covid, e nessuno ci stava nemmeno spiegando cosa stava accadendo (l’orrore e la disumanità della gestione pandemica: non so se riuscirò mai a perdonarli).
Si affaccia un distinto omone, alto ed imponente, che ci chiama nel suo ambulatorio ove avevamo fissato un appuntamento dopo un contatto telefonico (grazie dei “nuovi fratelli” che mi avevano passato il numero, Claudio e Tania).

30″ per capire che potevamo fidarci: ci ha messo a nostro agio ci ha rassicurato ci ha offerto aiuto ma soprattutto ci ha ascoltato, senza giudicare nessuna delle scelte che avevamo fatto:
Ci siamo sentiti accolti.
Ci ha voluto bene!
Ricorderò per sempre la vigorosa stretta di mano quando ci ha salutato dicendoci: “Mi raccomando fatemi sapere al più presto…”.

Non era una frase di circostanza, si capiva.
Così è stato!

Nei giorni e mesi successivi chiamate e messaggi quasi giornalieri e quando serviva (anche di domenica) c’era!
Competente, forte, risoluto… e risolutivo!

Decine di situazioni in cui senza di lui non avremmo saputo cosa fare, cosa pensare.
Nell’abbandono di tutti gli altri (ad iniziare dal medico di famiglia, fino quelli dell’ospedale), lui c’era sempre: con un consiglio, una opinione, una battuta, un rimprovero.


Un aneddoto su tutti:


Una mattina post dimissione da ricovero per “covid” (cosi dicono).
Il povero Aldo ha un diuretico ed il catetere ed elimina >6 litri di acqua al giorno (e beve certamente meno di 6 litri!).
Si sente stanco, fatica a stare sveglio: lo metto a letto.
Avviso Giuseppe (che fino a 3 settimane prima non conoscevo nemmeno) che c’è questo problema di liquidi (nessuno dei preposti -ospedale e medico di base- mi ha detto di controllare questo bilacio; ci sono arrivato io per competenze di idraulica e di fisica…).
MI dice: “Misuragli la pressione poi mi aggiorni”
Pressione 60/42….!!!!
Riprovo, 58/42…!!!!
Scrivo un whatsapp a Giuseppe che dopo 30″ mi richiama dandomi istruzioni su cosa prendere in farmacia e mi dice: “tra 10 minuti sono li!”
Arriva, assiste Aldo, gli fa le flebo, gli da un tonico cardiaco e lo salva letteralmente con le sue mani!

Mio padre era vivo grazie a lui che ha piantato in asso quel che faceva per soccorrere un vecchio moribondo che aveva bisogno:

I super Eroi esistono.
Quelli veri che salvano gli altri senza volere nulla in cambio.
Uno di loro è mio Amico!
Anzi di più: è mio Fratello!

Già, perche va detto, che ad oggi dopo ormai 6 mesi, in cui non si contano le volte in cui gli ho “rotto le palle” per questa vicenda (che ancora si trascina grazie alla politica sanitaria del nostro “governo”) non sono riuscito a pagarlo nemmeno una volta.

Vero che poi siamo diventati Amici-Amici (cosa ci avrà trovato in me di speciale ancora non l’ho capito), ed abbiamo condiviso cene, pranzi, goliardia, affetto, canzoni… ma il suo lavoro da Super Eroe lo ha fatto gratis, con la passione l’amore ed il trasporto che solo i Super…

Il mio non è un caso isolato, ovviamente.
Il Dr. Giuseppe ha il telefono che scoppia: nel periodo covid in cui nessun medico ti visitava e se eri fortunato ottenevi tachipirina, lui è andato da migliaia di persone a fornire assistenza UMANA e medica risolvendo praticamente sempre (Già! Perché le persone, curate bene, solitamente guariscono!).

In un periodo in cui abbiamo avuto sanitari che impedivano di stare ma anche solo di vedere i parenti malati, lasciandoli senza conforto, senza umana compassione…

in un periodo in cui i camici bianchi si sono negati per paura delle malattia (alla stregua di un pompiere che teme il fuoco e non viene a spegnerti la casa che brucia)…

In un periodo in cui negli ospedali e negli ambulatori si è fatta della discriminazione, estrema fino alla “violenza” (verbale e non), contro persone sane con pensieri diversi, augurando trattamenti da SS applauditi da una massa di complici idioti…

In un periodo in cui nelle corsie si ballava Jerusalema

Abbiamo potuto scoprire che invece, nel silenzio, agiscono uomini e donne veri, elevabili al rango di Super Eroi.
Uomini e Donne spesso costretti all’anonimato per non subire pressioni o repressioni professionali (e fisiche?), per non essere messi dalle “forze del male scientista” nella condizione di non poter più aiutare nessuno.

Già, per fortuna Giuseppe non è il solo, infatti grazie a lui ho conosciuto altri super eroi.
Ma è Lui, il mio preferito!

Era ora

Era ora!
dopo aver sperimentato telegram come “armadietto” di alcuni pensieri, ho pensato bene che un Blog tutto mio sarebbe stato certamente piu interessante.

A dirla tutta, nell’epoca dei Social, un Blog “classico” potrebbe addirittura sembrare anacronistico, fuori tempo e fuori luogo:
invece non credo.
E’ proprio la fuga dai social che mi ha spinto a completare questo passaggio.

Sono sempre stato una persona che ama comunicare, raccontare e raccontarsi (non a caso, nella maturità la professione nella quale ritengo di dare il mio meglio è l’insegnamento, non perche io sia un chissà che guru ma perche adoro trasmettere quel che so, poco o tanto che sia!) ma il Social in stile Facebook rappresenta una semplice illusione in questo senso: Hai migliaia di contatti ed un feedback di gradimento che ti spinge a “migliorarti” in questa “gratifica”, e ti incanali nel loop del tuo pensiero illudendoti di “scambiarlo” con i tuoi contatti, ma ognuno è prigioniero di questa trappola , quidni il piu delle volte ci si ritrova semplicemente a dire la propria 8spesso arrivando allo scontro nonostante si sia della stessa opinione (magari solo lievemente diversa), e ne nasce uno stato d’animo fazioso che non mi piace

Il periodo del confinamento in epoca di “pandemia” mi ha fatto scontrare con la realtà del pensiero polarizzato dei social (infondo vivono di questo, il loro “Core business” sono le polarizzazioni dei pensieri, hanno algoritmi efficientissimi per stimolare la focalizzazione degli utenti su posizioni sempre piu estreme, quindi si va in risonanza acritica coalizzandosi con i propri simili contro (malamente) chi la pensa diversamente su posizioni via via inconciliabili.
senza contare il problema della censura, del pensiero unico, per cui non è più nemmeno ammesso accennare un dubbio dalla versione “main stream” che subito (per l’effetto della polarizzazione di cui sopra, ormai arrivata a livelli socio-patologici proprio per il delirio da confinamento) si finisce in diatribe “Scientisti” contro “Webeti”, “covidoti” contro “nocovid”..
NO GRAZIE!

Un bel Blog libero da questa dinamica, in cui scrivere quel che mi pare, un diario personale, su argomenti di mio interesse (spero di riuscire ad organizzarmi in aree tematiche), per il puro piacere di mettere i pensieri in fila (a prescindere che ci sia anche 1 sola persona interessata) credo sia una soluzione intelligente, PER ME!

non ho il dono della sintesi, “lasciate ogni speranza voi che entrate”!

😉